Titolo: L’orgoglio dei Richmond
Autore: Amabile Giusti
Data di pubblicazione: 17 febbraio 2014
Editore: Selfpublishing
Pagine: 225
Genere : Romance storico
Formato: ebook € 0,99
Sinossi
Inghilterra, fine Settecento. Rudyard di Trent ha tutto ciò che si può desiderare dalla vita. È giovane, nobile, affascinante e un inguaribile libertino. Non ha mai incontrato l’amore, né si augura di incontrarlo. Ma un aristocratico ha dei doveri nei confronti della propria casata, tra i quali mettere al mondo dei figli, possibilmente maschi e legittimi, e il matrimonio è l’unico modo per ottenere tale risultato. Questo è ciò che pretende da lui il duca di Steventon, nonno autorevole e tirannico, l’unico verso il quale egli nutra un po’ di rispetto. Pertanto, all’età di ventotto anni, il marchese di Trent si vedrà costretto ad accantonare i duelli, le bevute, le scommesse e le ballerine, per frequentare qualche fanciulla di buona famiglia.
Sulla sua strada, in senso letterale, giungeranno la giovane Lyselle, tanto graziosa quando sciocca, e la sorella di quest’ultima, Allyson, il cui aspetto ordinario e i cui modi glaciali suscitato subito, a pelle, tutta la sua antipatia. Mentre Lyselle cerca di carpirne le attenzioni, Allyson le respinge e anzi dimostra di disprezzare lui, le sue ricchezze, e la vita dissennata che conduce. Rudyard di Trent, abituato a essere riverito dagli uomini e corteggiato dalle donne, insolentito da tanta impudenza, medita subito di conquistarla e di farle conoscere il significato della parola “disperazione”.
Ma l’amore non gioca pulito coi cuori degli uomini. Per uno straordinario gioco di circostanze, infatti, Rudyard e Allyson saranno costretti a trascorrere del tempo insieme, e lui si renderà ben presto conto di essere attratto dall’unica donna che si dimostra disinteressata alle sue proposte. Tra i due si instaurerà un clima di reciproco dispetto, di apparente avversione, che nasconde una realtà ben diversa e un sentimento più forte di quanto entrambi vogliano ammettere.
Durante una frivola Stagione londinese, tra feste danzanti, gite in carrozza, baci rubati e litigi d’amore, i destini di tutti si mescoleranno come carte da gioco, e Rudyard e Allyson impareranno a conoscersi, a sopportarsi, a perdonarsi e amarsi nonostante i pregiudizi, le differenze sociali, e la loro stessa testardaggine.
Dalla stessa autrice di Trent’anni e li dimostro, Cuore nero e Odyssea Oltre il varco incantato, un romance storico dal ritmo incalzante, per tuffarsi nell’atmosfera briosa dell’Inghilterra del periodo Regency.
Recensione a cura di Pitti Duchamp
Io sono un’amante sfegatata dei romanzi storici, quasi una tossicomane degli storici. Questa mia passione, che nasce da un profondo amore per la storia, ha dei tratti quasi maniacali. Non che mi metta a cercare e scovare tutti gli errori storici di un romanzo, perderei la piacevolezza di leggerlo, ma di fatto quando incappo in storie un po’ poco realistiche mi ritraggo dalla lettura, tendo a catalogare l’opera come dozzinale, non studiata, non curata da una buona documentazione storica. Bene, L’orgoglio dei Richmond aveva purtroppo una buona possibilità di finire nella casella “libro banali”. La mia caparbietà mi ha imposto di concluderlo – rarissimi i libri che non riesco a finire – e terminato l’ultimo rigo mi sono trovata con un bel sorriso ebete sulla faccia ed un senso di dolce sogno nella testa. Sì è vero, la storia non è molto verosimile: un futuro duca, unico rampollo di una nobilissima e ricchissima famiglia, scellerato e attaccabrighe, mai e poi mai nel diciannovesimo secolo avrebbe sposato una plebea senza un becco di un quattrino, con una madre ludopatica e una sorella quantomeno svergognata. No, nessuna giustificazione, nessun ma. Non sarebbe successo e basta. Le famiglie ducali continuavano ad essere una casta irraggiungibile e i matrimoni poco avevano a che fare con l’amore. In più, la maggior parte di questi nobili di altissimo rango se ne fregavano bellamente dei sentimenti e situazioni altrui e se volevano una donna non nobile e non ricca, la obbligavano, la violentavano, la riducevano in schiavitù anche… con il silenzio assenso della legge. Le rivoluzioni ci sono state anche per questo.
Non parliamo però della realtà, parliamo piuttosto di un romanzo con una storia che deve far sognare e ci riesce benissimo. Di per sé la trama non ha poi niente di originale ma il libro risulta scorrevole, i dialoghi divertenti, i colpi di scena anche se poco realistici, degni di un’operetta teatrale.
I personaggi sono tratteggiati in modo superbo: lascio un attimo in sospeso i due protagonisti per concentrarmi sui personaggi di contorno. La madre di Allyson, donna superficiale ed irresponsabile, la sorella Lyselle, ragazza piena della sua bellezza ma totalmente inconsistente, entrambe guidate dall’avidità e dal compiacimento di loro stesse. E poi il Duca di Stevenson, ritratto come un vecchio burbero “generale” che proprio non si aspetta la ribellione del nipote, la Contessina futura moglie di Rudyard definita testualmente una verza e poi, per ultima ma non meno importante, la più incantevole di tutti i personaggi: la duchessa, la madre di Rudyard. Una dolcissima svampita che accetta preoccupata le follie del figlio. Mi ha vagamente ricordato Leonie ne “Il figlio del diavolo”.
Allyson è orgogliosa e ottimista, anche troppo considerato la situazione in cui si trova, una donna un la testa sulle spalle, intelligente e coltissima. Rudyard è un arrogante figlio di buona donna che se non avesse un nome altisonante e un nonno potente sarebbe probabilmente destinato alle galere patrie. Un’accoppiata perfetta se non fosse per il dettaglio per nulla insignificante che lui è destinato a un ducato e lei al massimo può aspirare a diventare una dama di compagnia o un’istitutrice per non morire di fame.
Lieto fine assicurato! Ne consiglio caldamente la lettura la sera, prima di dormire per conciliare l’arrivo di bellissimi sogni romantici.